martedì 16 agosto 2016

Recensione de Amour à Paris di Melinda Miller

Eloisa è una ricercatrice che, oltre ad aiutare il suo professore universitario seguendolo alla cattedra a lui assegnata alla Sorbona è anche la sua amante da 10 anni.
Eloisa ha seguito il professore fino a Parigi e per potersi permettere una piccola mansarda ha intrapreso anche un secondo lavoro alla pasticceria Colet, il regno dei tè aromatici per ogni occasione e dei macaron.
Yves invece ha perso i genitori in un incidente d'auto e si deve prendere cura della sorella 18enne, ha lasciato il suo lavoro da musicista per  guidare un taxi e garantire così un futuro sicuro alla sorella, attività che svolge insieme al suo inseparabile Chet, chihuahua tripode.
E poi c'è Lulù che lavora con Eloisa, con aspirazioni da Cupido e che odia il professore che tiene in scacco l'amica, lui insieme al suo amore Palmer, che trasferitosi nella città dell'amore per aprire un negozio , aiuteranno Eloisa a far chiarezza nel suo cuore, a farla capire che il professore con moglie e prole non lascerà mai la famiglia per lei, cercheranno insieme di far avvicinare Eloisa e Yves che, da quando l'ha vista in lacrime sul suo taxi non riesce a togliersela dalla testa.


Sullo sfondo della romanticissima Parigi con i suoi localini tipici, le stradine, i bristot, tè aromatici e Macaron il tutto sapientemente condito dalla presenza scenica e stravaganza di un Palmer in grande forma, saprà farci battere il cuore a ritmo di Jazz, Madonna e Lady Gaga, tra grandi amori, insucurezze ed incomprensioni.
Amour à Paris è una lettura spensierata con un protagonista eccentrico e vintage che rincorre una controparte femminile delusa dall'amore e che conosce come unico stile di vita quella di mettersi in un angolo ed aspettare.
Piacevole, ironico e spumeggiante.

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